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TUTTO ITALIA

7 novembre 2008 - CONSIDERAZIONI DEL GIORNO:

Silvio Berlusconi appena uscito dalla Beauty Farm in Toscana, si appresta a lassciare la struttura a bordo di un elicottero statale
Silvio Berlusconi appena uscito dalla Beauty Farm in Toscana, si appresta a lasciare la struttura a bordo di un costoso elicottero statale, in barba a tutti i risparmiatori italiani

Bufera su Berlusconi dopo l'ennesima gaffe da Mosca: "Obama bello, giovane eBarack Obama neo presidente degli Stati Uniti D'America abbronzato..."
Non si placano le polemiche sull'ennesima "cagata verbale" di Silvio Berlusconi, che giovedì da Mosca ha definito il neo eletto presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, «giovane, bello e abbronzato».

 Le considerazioni da fare a priori,  è che decisamente Silvio Berlusconi non è un uomo politico, o meglio è una vera e propria anomalia politica. Infatti, a differenza di altri politici che emergono dopo una lunga gavetta e selezione fatta democraticamente con il consenso popolare, S. Berlusconi si è imposto nel mondo della politica con la forza, con la prepotenza mediatica è riuscito a imporre e condizionare il 90% dei mezzi di comunicazione e informazione italiani, dettando ad essi persino le notizie giuste da dare o meno. Il risultato di tutto ciò può ancora passare nel nostro paese, con la forza mediatica della persuasione, ma di certo non nel resto del mondo, dove il nostro Silvio nazionale appare poco più che un buffone, impiastricciato di fondotinta e con i capelli dipinti, screditando l'immagine del nostro paese.

Dopo l'ennesima gaffe, quella del 7 novembre 2008 da Mosca, come risposta allo sgomento del mondo politico italiano (e non solo), Silvio Berlusconi non trova meglio di attaccare e offendere come al solito: «Li conoscevamo già ma non pensavamo fossero così tanto imbecilli», ha ribadito lasciando Mosca, senza tralasciare il minimo dubbio su se stesso e sulle parole improprie uscitegli dalla bocca, una volta a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario, rispondendo ai reporter italiani che gli chiedevano la sua opinione dopo la lettura dei giornali e le tante critiche rovesciategli addosso per le parole su neo presidente USA, che hanno fatto il giro del mondo e suscitato clamore anche negli Stati Uniti. «È stata una battuta di carineria e anche spiritosa», ha ripetuto ancora il presidente del Consiglio.

Il Pd insorge contro gli insulti. «Non è normale né accettabile che un presidente del Consiglio si rivolga in quel modo all'opposizione», ribadisce Dario Franceschini, vicesegretario del Pd, durante una conferenza stampa alla Camera: «Ha iniziato mandandoci a quel paese, poi ci ha dato degli imbecilli e alla fine la laurea dei coglioni. Non è accettabile, non esiste un paese al mondo dove il capo del governo si rivolge così all'opposizione». Avanti di questo passo, è il ragionamento del numero due del Pd, i ragazzi a scuola «saranno inevitabilmente portati a credere che se un insegnante li critica possono dargli dell'imbecille o del coglione»

Dice ancora Franceschini:«Chiediamo ai presidenti delle Camere, ai ministri, a partire dal ministro degli Esteri, dell'Economia e dell'Interno, di dissociarsi dagli insulti pronunciati dal presidente del Consiglio nei confronti dell'opposizione»,  «Noi - ha aggiunto - respingiamo con forza quelle affermazioni, ma la maggioranza e il governo facciano sentire la loro voce».

Bersani: «Finché si scherza, si scherza, ma qui la cosa comincia a farsi seria...». Così Pierluigi Bersani durante l'intervista a Youdem Tv, ha commentato le dichiarazioni di Berlusconi su  Barak Obama. Commentando l'epiteto di "imbecille" che Berlusconi ha attribuito a chi ha criticato le sue frasi su Obama, l'esponente del Pd ha detto: «Allora di imbecilli ne è pieno il mondo, viste le reazioni che ci sono state in molti altri paesi esteri. Il premier - ha aggiunto Bersani - cambi registro. Credo che insistere non conviene né a lui né a noi: non ci fa fare bella figura».

Berlusconi sembra ignorare la gravità di quello che ha detto e torna più volte sulla stessa battuta, a fare marcia indietro non ci pensa proprio e per giunta di fronte alle critiche piovute per le sue parole su Barack Obama, contrattacca assegnando la «laurea del coglione» a chi, come il Pd, ha sparato a zero su quel suo «abbronzato» rivolto al presidente eletto degli Stati Uniti.

Intanto la meschina figura di Berlusconi ha fatto il giro del mondo. Il New York Times, dopo averne parlato ieri nello speciale sulle elezioni, oggi ha un pezzo sotto il titolo «Il primo ministro italiano Silvio Berlusconi ci ricasca» in cui riporta la frase pronunciata dal premier e ricorda che Veltroni «è stato chiamato l'Obama italiano, tranne che ha perso le elezioni».

Anche il giornale francese Le Monde ironizza sulla frase impropria del presidente del Consiglio in un commento in ultima pagina dal titolo "Les Bronzes"' (gli abbronzati, con riferimento ad una serie cinematografica comica che ha il medesimo titolo). «Povero Silvio Berlusconi! - scrive Robert Solè, ex corrispondente a Roma e poi a Washington del quotidiano del pomeriggio - come apre bocca, tutti gli piombano addosso. Ha sottolineato che Barack Obama è "giovane, elegante e abbronzato". Subito, metà del pianeta l'ha accusato di gaffe insopportabile, addirittura di razzismo!». «Francamente - continua Solè - dov'è lo scandalo? "Si trattava di una carineria"».

La stampa tedesca: strano humor. Le affermazioni del premier sono riportate oggi anche dal quotidiano tedesco Die Welt che parla di «strano humor». All'argomento ha dedicato un servizio anche l'Ard, il primo canale della tv pubblica tedesca, che in una corrispondenza da Roma parla di «possibili gravi danni diplomatici nei rapporti dell'Italia con gli Stati Uniti». «Passo falso: Belusconi ironizza sull'abbronzatura di Obama», titola un articolo del settimanale tedesco Focus, mentre Spiegelonline scrive di battuta di cattivo gusto sul colore della pelle di Obama da parte di Berlusconi.

Silvio Berlusconi insiste sulla sua posizione e si rifiuta di scusarsi per la sua gaffe sul neo eletto presidente americano Barack Obama, definito giovedì a Mosca «giovane, bello e abbronzato», si arricchisce di nuovi capitoli, come un duro scambio di battute con un giornalista americano dell'agenzia Bloomberg. «Presidente, chiederà scusa a Obama?», ha chiesto il giornalista al termine del vertice europeo straordinario. «Ma per favore, per favore, chiedi piuttosto scusa tu all'Italia», ha risposto irritato Berlusconi. Il giornalista americano ha chiesto giustamente al premier se non fosse il caso di chiedere scusa agli americani per la sua battuta su Obama. Il presidente del Consiglio ha prima replicato con la stizza di un cafone: «Vedo che anche tu ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri...» («Veramente c'è qualcuno che pensa che non sia stata una carineria? Se scendono in campo gli imbecilli siamo fregati», aveva detto Berlusconi). Quindi, al giornalista che ripeteva la domanda, il premier ha replicato alzandosi e abbandonando la sala: «Ma per favore, per favore chiedi scusa tu all'Italia, non c'è proprio senso del ridicolo».

 Gaffe su gaffe: Berlusconi, non rendendosi conto della gravità delle sue dichiarazioni offendendo anche Medvedev e Putin:"Quella su Obama è stata una battuta di carineria, assolutamente spiritosa, potevo anche dire che era alto, ma non l'ho detto perché sia Vladimir Putin che Medvedev sono più bassi di me (senza trampoli evidentemente). Se no avrei detto, è giovane, è alto, è bello ed è anche abbronzato». «Ma io non lo so - ha scherzato Berlusconi - non avete nelle orecchie "a - a - a abbronzatissima", la nostra canzone? Facciamo di tutto per essere belli e abbronzati. Lui è anche bello e abbronzato, ma cosa volete più?». D'altra parte, ha sottolineato ancora il cavaliere a Bruxelles, «tutti i nostri comunisti ne sono affascinati, è diventato come il messia». «Ho tante speranze su di lui, spero che non gli sia troppo grave l'avere su di sè tutta questa concentrazione di speranze. Per quanto mi riguarda - ha concluso - cercherò di aiutarlo il più presto possibile».

Obama chiama leader mondiali. Il presidente eletto degli Stati Uniti intanto ha telefonato a nove leader mondiali che lo avevano chiamato per congratularsi per il risultato del voto del 4 novembre. Obama ha chiamato per ringraziarli il presidente francese Nicolas Sarkozy, il messicano Felipe Calderon, il sudcoreano Lee Myung-bak e i premier australiano Kevin Rudd, canadese Harper, israeliano Ehud Olmert, giapponese Taro Aso, britannico Gordon Brown e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Nessuna chiamata, nella prima parte della giornata per Berlusconi, il quale non ha telefonato per congratularsi.

In tarda serata la telefonata di Obama al cavaliere per ringraziarlo per il suo messaggio di congratulazioni. In mattinata c'erano stati contatti tra l'ambasciatore d'Italia a Washington, Gianni Castellaneta, e altri esponenti dello staff di Obama, come il capo della "squadra" del nuovo presidente, Rahm Emanuel fresco di nomina, e Gregory Craig. Berlusconi invia un messaggio di congratulazioni a Obama attraverso l'ambasciatore Castellaneta poche ore dopo la vittoria delle elezioni.

Il commento di Umberto Bossi sull'infelice battuta di Berlusconi:"Berlusconi è un fantasioso anche se  sarebbe meglio non fare battute".

Il commento di Antonio Di Pietro dell'Italia dei Valori:«Berlusconi è innanzitutto un cabarettista, siccome fa cabaret anche questa battuta si deve inserire nell'ambito di una serie di gaffe. Una gaffe volgare, ma nient'altro che una gaffe che pure discredita il nostro Paese».

Carla Bruni da Parigi commentando l'infelice battuda di Berlusconi su Obama:"In occasioni come queste sono felice di non essere più italiana..."

 

I PRECEDENTI:

Dai «cinesi bolliti» alle corna
> Le battute di Silvio l'Incompreso
> La gag su Rasmussen, Veronica e Cacciari. I finlandesi indignati per 
> la leader «sedotta»
>
> Berlusconi con Medvedev (Reuters)
> Convinto che grazie a lui l'Italia sia «il Paese più simpatico del 
> mondo», Silvio Berlusconi si è
> lanciato ieri in una delle battute che lo fanno ridere assai. E nella 
> scia dell'astuta diplomazia
> internazionale di due ministri come Umberto Bossi e Roberto Calderoli 
> che da anni chiamano i neri
> «bingo bongo», ha ieri salutato Barack Obama come uno «che è anche 
> bello, giovane e abbronzato».
>
> Come prenderà la cosa il prossimo presidente americano, al quale il 
> nostro premier si era già
> offerto di «dare consigli» come usavano i barbieri col «ragazzo 
> spazzola» non si sa. È da quando
> era piccolo che come tutti i neri sente spiritosaggini del genere: 
> «cioccolato», «carboncino»,
> «palla di neve»... Non ci avesse fatto il callo non sarebbe arrivato 
> alla Casa Bianca. Certo, se
> il Cavaliere voleva «sdrammatizzare» il primo commento del «suo» 
> capogruppo al Senato Maurizio
> Gasparri dopo lelezione («Al Qaeda sarà contenta») non poteva 
> scegliere parole più eccentriche.
> Fatti i conti col contesto internazionale, è probabile che Obama farà 
> spallucce: boh, stupidaggini
> allitaliana. Da prendere così, come le barzellette da rappresentanti 
> di aspirapolvere sui lager,
> i malati di Aids, i froci... L'importante è non prendere sul serio chi 
> le racconta. Esattamente
> quello che hanno fatto, in questi anni, molti dei protagonisti della 
> scena mondiale. Spesso
> spiazzati dalle sortite di un uomo che secondo Giuliano Ferrara è «un opera 
> pop».
>
> Nessuno è mai stato stato così contento di se stesso e così spesso 
> «incompreso» sulla scena
> mondiale. Basti ricordare quando disse al parlamento europeo che 
> avrebbe proposto a un amico che
> girava un film sui lager nazisti di dare al socialista Martin Schulz 
> la parte del kapò. Gelo in
> aula. Interrotto dopo lo stupore da urla dindignazione. E lui: «Era 
> solo una battuta per cui è
> scoppiato a ridere lintero Parlamento. Un osservazione di venti 
> secondi poiché volevo allentare
> l'atmosfera... La vicenda è stata enormemente gonfiata dalla 
> sinistra». In realtà, spiegò, «in
> Italia tengono banco da decenni storielle sullOlocausto. Gli italiani 
> sanno scherzare sulle
> tragedie per superarle...». E a quel punto si incazzarono ancora di 
> più gli ebrei. Che difficile,
> farsi capire... Non lo capirono i ministri degli Esteri europei quando 
> a una riunione a Caceres
> fece le corna a un collega durante la foto ufficiale: «Volevo far 
> ridere un simpatico gruppo di
> giovani boy-scout». Non lo capirono i giornalisti russi il giorno che, 
> già ustionati dal numero di
> cronisti assassinati a Mosca, restarono basiti per il modo in cui 
> reagì alla domanda di una
> giovane reporter che aveva osato chiedere a Putin se avesse una 
> relazione con una gentile
> signorina: fece finta di imbracciare un mitra e di dare una 
> sventagliata, facendo scoppiare a piangere la cronista. Non lo capì il danese
> Rasmussen quando spiegò che «è anche il primo ministro più bello dEuropa... 
> Penso di presentarlo
> a mia moglie, perché è molto più bello di Cacciari... Secondo quello 
> che si dice in giro... Povera
> donna».
>
> E poi non lo capì il giornalista del Times: «Nel bel mezzo del 
> discorso di Chirac in Canada,
> Berlusconi si è alzato e ha cominciato a distribuire orologi agli 
> altri leader, con un delizioso
> sprezzo politico». Non lo capirono i palestinesi quando ammiccò: 
> «Arafat mi ha chiesto di dargli
> una tivù per la striscia di Gaza, gli manderò "Striscia la notizia"». 
> E non lo capì il cronista
> del giornale russo Kommersant durante la visita di Berlusconi e Putin 
> allo stabilimento Merloni di
> Lipetsk: «Il premier italiano era particolarmente attivo ed era chiaro 
> che aveva un obiettivo: non
> sarebbe stato contento se non fosse riuscito ad avvicinarsi ad un 
> gruppo di operaie. Poi rivolto a
> Putin: "Voglio baciare la lavoratrice più brava e più bella". Aveva 
> già individuato la sua
> vittima. Si è avvicinato a una donna grande come la Sardegna e con 
> tutto il corpo ha fatto il
> gesto tipico dei teppisti negli androni bui dei cortili, quando 
> importunano una ragazza che
> rincasa. Lei sè scansata ma il signor Berlusconi in passato deve aver 
> fatto esperienza con donne
> anche più rapide di questa: con due salti ha raggiunto la ragazza e ha 
> iniziato spudoratamente a
> baciarla in faccia».
>
> Che male cè? È estroso. Macché: non lo capiscono. Come quella volta 
> che spiegò: «Mi accusano di
> aver detto che i comunisti mangiano i bambini: leggetevi il libro nero 
> del comunismo e scoprirete
> che nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li 
> bollivano per concimare i
> campi». Non l'avesse mai detto! Immediato comunicato del ministero 
> degli Esteri cinese: «Siamo
> contrariati da queste affermazioni infondate. Le parole e le azioni 
> dei leader italiani dovrebbero
> favorire la stabilità e lo sviluppo di relazioni amichevoli tra la 
> Cina e lItalia». Uffa, era una
> battuta... Sul cibo, poi... «Rimpasto? No, grazie, non mi occupo di 
> paste alimentari... Poi, dopo
> la visita in Arabia Saudita, mangio solo riso in bianco...». E si 
> indispettirono i sauditi. Uffa,
> che permalosi... Il massimo lo diede sulla sede dellagenzia 
> alimentare europea che rischiava di
> finire a Helsinki: «Parma sì che è sinonimo di buona cucina, mentre i 
> finlandesi non sanno nemmeno
> cosè il prosciutto. Come si può pensare di collocare questa agenzia 
> in un Paese che forse va
> molto fiero della renna marinata o del pesce baltico con polenta? Per 
> portare lAgenzia a Parma ho
> rispolverato le mie doti di playboy con la presidente finlandese Tarja 
> Halonen». Ed ecco
> lincidente diplomatico. Con tanto di protesta ufficiale e 
> convocazione dellambasciatore
> italiano: come si permetteva? Immediata rappresaglia delle 
> associazioni dei produttori finlandesi:
> «Non compreremo più vini e oli italiani». E lui: «Ho fatto solo una 
> battuta di galanteria. Cè una
> mancanza di sense of humour...». In fondo si tratta di strategia 
> internazionale. «Cazzeggio
> strategy», diciamo. Mica le capisce, certe reazioni. Lui, quando a un 
> vertice è saltata fuori la
> storia che è bassotto mica se lè presa. Si è tolto una scarpa, l'ha 
> messa sul tavolo e lha
> mostrata a tutti: «Visto? Non ce li ho i tacchi alti. È che mi 
> dipingono così».
 

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